E’
importante che “tutte le persone addette alle squadre di emergenza che si
trovano ad intervenire su un principio di incendio, siano adeguatamente addestrate, istruite al suo
uso ed eventualmente sottoposte ad esame medico”.
In
particolare gli apparecchi di protezione delle vie respiratorie “sono
distinti in due grandi categorie: respiratori
isolanti e respiratori a filtro,
che filtrano l’aria presente nell’ambiente d’uso della maschera”.
I RESPIRATORI ISOLANTI “si dividono
in:
- A circuito chiuso: “isolano completamente l’operatore dall’ambiente esterno non
permettendo alcuno scambio: l’aria espirata ricca d’anidride carbonica
attraversa una cartuccia depuratrice, carica di sostanze alcaline, che
fissa il CO2 e il vapore acqueo. L’aria giunge al sacco polmone dove
affluisce, attraverso dispositivi di riduzione e di dosaggio automatico
d’ossigeno proveniente dalla riserva (bombola da 2 Litri a 200 bar e
dosatura costante di 1,5 L/min); la miscela gassosa dal sacco polmone è
raffreddata da una capsula di ghiaccio secco o normale, prima di essere
aspirata dall’operatore e successivamente rimessa in circolo. L’autonomia
di questo A.R. può arrivare alle 4 ore circa, quindi utile per lunghe
autonomie, esempio gallerie. Il peso complessivo è di circa 13 Kg”. Si
ricorda che sono notevoli i costi di manutenzione e anche il costo
dell’intero A.R.;
- A circuito aperto: “isolano completamente l’operatore, che viene alimentato a mezzo di
riserva d’aria (bombola), scaricando in ambiente (espirazione). L’aria
proveniente dalla bombola giunge al riduttore di pressione dove è ridotta
ad una pressione costante di circa 6 – 9 bar. Dal riduttore di pressione
l’aria passa all’erogatore che alimenterà la maschera, scaricando in
ambiente esterno tramite la valvola d’esalazione. Durante il
funzionamento, la pressione della bombola decresce; quando si avvicina al
valore di riserva, entra in funzione il segnalatore acustico emettendo un
sibilo. Una valvola di sicurezza garantisce l’apparecchio da qualsiasi
anomalia del circuito”.
respiratori
a filtro
Nei respiratori
a filtro l’aria “passa attraverso un filtro per essere purificata e
trattenere gli inquinanti”. E in base alla tipologia di inquinante “i
respiratori a filtro si dividono in:
- Respiratori
antipolvere:
per la protezione da polveri, fibre, fumi e nebbie
- Respiratori
antigas:
per la protezione da gas e vapori
- Respiratori
combinati:
per la protezione da gas, vapori e polveri”.
Si ricorda che i filtri dei
respiratori antipolvere “sono costituiti da materiale filtrante di varia natura
in grado di trattenere particelle di diametro variabile in funzione della sua
porosità”.
Si
segnala poi che i filtri per gas e vapori “sono realizzati con carbone attivo
trattato in grado di trattenere specifiche famiglie di composti chimici per
assorbimento chimico o fisico”. E un respiratore isolante “protegge da
insufficienza di ossigeno e da atmosfere inquinate funzionando in modo
indipendente dall’atmosfera ambiente. Con questi apparecchi l’utilizzatore
viene rifornito di gas respirabile non inquinato che può essere aria od
ossigeno”.
Si ricorda poi che visto che
con le maschere a filtro “vengono fermate le particelle nocive, ma si respira
comunque l’aria ambiente, le stesse non possono essere utilizzate quando la
percentuale d’ossigeno presente nell’aria è inferiore al 17% ÷19% e quindi, in
generale, negli ambienti chiusi”.