GRAVI INFORTUNI CONTINUANO AD AVVENIRE NEGLI “SPAZI CONFINATI” NONOSTANTE LE REGOLE ESISTANO DA QUASI 70 ANNI.


21.05.2024

Immagine  GRAVI INFORTUNI CONTINUANO AD AVVENIRE NEGLI “SPAZI CONFINATI” NONOSTANTE LE REGOLE ESISTANO DA QUASI 70 ANNI.

Il tragico evento, avvenuto il 6 maggio scorso a Casteldaccia (PA) con la morte di cinque persone, ha ancora una volta portato all’attenzione della pubblica opinione la gravità degli infortuni sul lavoro che avvengono durante l’esecuzione di attività lavorative all’interno degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati (semplicemente “spazi confinati”, d’ora in poi), facendo emergere ancora una volta che, il modo di affrontare il problema della sicurezza e della tutela della salute durante questi lavori ad alto rischio, nelle aziende in Italia.

Uno spazio confinato altro non è, in concreto, che uno spazio delimitato, normalmente chiuso ed eventualmente provvisto di aperture d’accesso, non progettato per essere occupato con continuità dai lavoratori, in cui risulti materialmente possibile l’ingresso di persone, caratterizzato da una persistente difficoltà di ventilazione naturale ed in cui, durante le attività lavorative che in esso devono essere effettuate, è possibile la presenza o la formazione di un’atmosfera pericolosa ovvero il rischio di inghiottimento o intrappolamento.

FASI DI ESPOSIZIONE ALL'HS: SENSAZIONI E PERCEZIONI DEL LAVORATORE

Sappiamo che l’acido solfidrico (o idrogeno solforato) è un gas incolore, altamente tossico, ad azione estremamente rapida con odore di uova marce a basse concentrazioni. È prodotto naturalmente dalla decomposizione della materia organica e viene rilasciato da fanghi di depurazione, liquami, zolfo caldo sorgenti e gas naturale. Ma vediamo gli effetti:

1. Affaticamento Olfattivo

Quando un lavoratore entra in uno spazio confinato contenente acido solfidrico (H₂S), inizialmente percepisce l'odore di uova marce. Questo rappresenta la sensazione immediata. Tuttavia, a basse concentrazioni prolungate, i recettori olfattivi si saturano, portando all'affaticamento olfattivo. Questo fenomeno riduce la capacità di percepire l'odore, causando una falsa sensazione di sicurezza, poiché l'odore svanisce nonostante il gas sia ancora presente​​.

2. Paralisi Olfattiva

Una concentrazione elevata di H₂S (circa 100 ppm) causa una paralisi olfattiva immediata, impedendo ai recettori olfattivi di rilevare ulteriormente il gas. In questa fase, non vi è alcuna sensazione di odore, e quindi nessuna percezione del pericolo, aumentando drasticamente il rischio di esposizione acuta​​.

3. Perdita di Conoscenza

A esposizioni superiori a 100 ppm, l'H₂S può causare rapidamente perdita di conoscenza. Il gas interferisce con la capacità delle cellule di utilizzare l'ossigeno, portando a un'interruzione della funzione cerebrale e al collasso. In questa fase, il lavoratore non ha più né sensazione né percezione del pericolo, essendo ormai privo di sensi​.

4. Paralisi e Morte

Con l'esposizione continua sopra i 500 ppm, l'H₂S provoca paralisi respiratoria, danni al sistema nervoso e infine la morte. La paralisi del centro respiratorio nel cervello porta all'arresto respiratorio. Senza un intervento immediato, le conseguenze sono fatali​.

ANALISI DEL COMPORTAMENTO DI GRUPPO

Il secondo aspetto riguarda l'effetto a catena che si verifica quando una squadra di lavoratori entra in uno spazio confinato per salvare un collega privo di sensi e, uno dopo l'altro, in sequenza, soccombono. Questo fenomeno è legato a:

Situazioni all’interno dell’ordinario conosciuto

Alcuni lavoratori, nonostante abbiano ricevuto la formazione e l’addestramento specifico, conoscano le procedure, possiedano strumenti di misura e sappiano come utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI), possono essersi trovati diverse volte in situazione di affaticamento olfattivo ma all’interno di un range (entro i 3 ppm) non pericoloso tale da rischiare la vita. In questo caso si sono limitati ad elaborare un’esperienza sulla base di “sensazioni fastidiose e percezioni di basso rischio” senza particolari necessità di “perdere troppo tempo nell’utilizzo di sistemi di misurazione e/o di DPI”.

CONCLUSIONI

Le dinamiche percettive, sia del singolo che di gruppo, in riferimento agli infortuni sul lavoro come il tragico evento del 6 maggio, dimostrano che anche i lavoratori esperti possono cadere vittime di comportamenti automatici e di routine non sicure, soprattutto in situazioni di non ordinarie (familiari/conosciute). L’alterazione dei livelli di "arousal" e la conseguente iperattivazione del sistema nervoso possono ridurre drasticamente la capacità di prendere decisioni efficaci, portando a risposte automatiche e potenzialmente letali. Per saperne di più, chiamateci per una consulenza gratuita allo 0438.555146, la sicurezza in primo piano.