MORTI SUL LAVORO: 784 LE VITTIME IN ITALIA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2025, IL 22% SONO STRANIERI


19.11.2025

Immagine MORTI SUL LAVORO: 784 LE VITTIME IN ITALIA NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2025, IL 22% SONO STRANIERI

Dai dati aggiornati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, elaborati su base INAIL, da gennaio a settembre 2025 si contano 784 vittime di infortuni sui luoghi di lavoro in Italia, cifra in lieve aumento rispetto ai 776 decessi registrati nello stesso periodo del 2024 (+1%).
Le denunce di infortunio subiscono un’inversione di rotta dai mesi precedenti in quanto si registra un incremento percentuale di 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

INDICE DI INCIDENZA INVARIATO DALL’ANNO SCORSO

In occasione di lavoro, nel periodo gennaio-settembre 2025, sono 575 i lavoratori deceduti, un dato che non si discosta molto da quello registrato nello stesso periodo del 2024 (567) contando un incremento percentuale di 1,4% (8 vittime in più rispetto all’anno precedente).
Gli infortuni mortali in itinere restano stabili a 209 così come l’indice di incidenza che si conferma stabile a 24,0 morti ogni milione di occupati, identico a quello registrato nello stesso intervallo temporale dell’anno precedente.

I SETTORI PIÙ COLPITI, LE FASCE D’ETÀ ED IL GIORNO PIÙ RISCHIOSO DELLA SETTIMANA

Il settore Costruzioni continua a registrare il numero più alto di infortuni mortali in occasione di lavoro (99), seguito dall’Attività Manufatturiera (83), da Trasporto e magazzinaggio (71) e Commercio (54). Queste quattro categorie economiche rappresentano complessivamente oltre la metà dei casi totali in occasione di lavoro.

Osservando la distribuzione settimanale, si registra un’inversione di tendenza: il venerdì torna a essere il giorno con il maggior numero di decessi (22,3% del totale), superando il lunedì, che con il 20,8% scende al secondo posto dopo aver mantenuto la prima posizione da maggio 2025.

 Analizzando le fasce d’età, troviamo gli ultrasessantacinquenni con incidenza di 78,0 morti per milione di occupati, seguiti dai lavoratori tra 55 e 64 anni (37,5) e dal gruppo con età compresa tra 45-54 anni (24,6).

LAVORATRICI E LAVORATORI STRANIERI

Il fenomeno continua a interessare quasi esclusivamente la componente maschile: nei primi nove mesi del 2025 si contano 542 uomini deceduti in occasione di lavoro contro 33 donne, con un’incidenza rispettivamente di 39,4 e 3,2 casi ogni milione di occupati.

Ancora più marcato il divario legato alla nazionalità. I lavoratori stranieri presentano un rischio di morte più che doppio rispetto agli italiani in occasione di lavoro: l’indice di incidenza è di 49,7 contro 21,0, con 125 vittime straniere su 575 decessi complessivi, pari a circa il 22% del totale nazionale.

DENUNCE DI INFORTUNIO DI NUOVO IN AUMENTO

Le denunce complessive di infortunio, considerando sia gli eventi in occasione di lavoro che quelli in itinere, mostrano un leggero incremento: si passa da 433.002 casi nel 2024 a 435.883 nel 2025, con una variazione pari a +0,7%.

Nel dettaglio, gli infortuni in occasione di lavoro aumentano dello 0,3% (da 361.804 a 362.978), mentre gli infortuni in itinere crescono del 2,4% (da 71.198 a 72.905).

Il settore delle Attività manifatturiere si conferma quello con il maggior numero di denunce (52.283), seguito da Costruzioni (28.210), Sanità (27.492), Commercio (25.094) e Trasporto e Magazzinaggio (24.792).

A settembre 2025 le denunce di infortunio presentano una netta prevalenza maschile: sono 280.011 quelle riferite agli uomini, di cui 241.875 avvenute in occasione di lavoro, mentre le lavoratrici totalizzano 155.872 denunce, con 121.103 casi riconducibili a eventi occorsi durante l’attività lavorativa.

I lavoratori stranieri, con 94.158 denunce complessive su 435.883 casi, rappresentano circa un quinto del totale, di cui 78.658 relative a infortuni in occasione di lavoro, pari anch’esse a circa una su cinque.